Daniele x Reggio Emilia 2024

Sono Daniele Sghedoni. Per lavoro guido la trasformazione digitale di aziende internazionali. Credo nelle nuove tecnologie per le sfide sociali del futuro. Per i miei figli e la mia città ambisco a disegnare nuovi orizzonti collettivi, come fa la musica, mia passione. Quale futuro per il volontariato è la domanda a cui sto cercando di rispondere come presidente del Catomes Tot.

Con grande trasparenza chiarisco da subito che nella mia candidatura non c’è ambizione, ma impegno e dovere civico; non sono alla ricerca di un posto in consiglio comunale, bensì all’inizio di un percorso che mi dia l’opportunità di portare all’attenzione dell’Amministrazione il tema urgente dell’umanesimo digitale, aiutando la mia città ad affermarsi nella guida delle tecnologie digitali per garantire più opportunità a tutti, assicurando che il progresso tecnologico benefici equamente l’intera comunità.
Al ruolo di consigliere magari ci ripenserò, eventualmente, tra 5 anni 🙂

👋 Chi sono

Come un mediano determinato a servire la sua squadra sul campo, ho sempre affrontato ogni sfida con dedizione, mettendo l’interesse comune al centro delle mie azioni.

Sono Daniele Sghedoni. Nel mio lavoro, ho ricoperto ruoli manageriali in aziende internazionali come Luisa Via Roma, Benetton e R/GA, dove ho guidato iniziative complesse di trasformazione digitale.

Una mia foto nell’Archivio Benetton, immerso nella storia di un brand iconico: tra le campagne di Oliviero Toscani e le Formula 1 di campioni come Schumacher e Fisichella. A distanza di anni, rimango molto legato a questa esperienza professionale e alla città di Treviso, dove ho conosciuto tanti amici.

Nella mia vita privata sono compagno di Tiziana e papà di Giacomo, Greta e Gianmarco, dedicando il mio tempo libero alla musica, al tennis e al volontariato nel sociale. In particolare, sono presidente del Catomes Tot e, durante la pandemia di Covid, ho lanciato Vicinoesicuro – un sito che dava spazio ai commercianti che offrivano servizi di consegna a domicilio, replicato in Francia, Germania, Regno Unito, Israele e Ucraina – dimostrando come gli strumenti digitali possano essere al centro del progresso sociale quando c’è partecipazione dal basso.

La mia visione per contribuire alla transizione digitale a Reggio Emilia si fonda sul coinvolgimento diretto e continuativo di imprese e cittadini. Attingendo dalle mie esperienze professionali e di volontariato, credo nel potere del lavoro di squadra, nello stimolare conversazioni, nel comprendere punti di vista diversi e nel sintetizzarli rapidamente in strategie azionabili attraverso ‘piccole vittorie’ che costruiscono slancio e inclusione.

📋 Tematiche

L’intelligenza collettiva e l’umanesimo tecnologico sono i cardini di una transizione digitale equa e che rispecchia i bisogni e il benessere della società.

Io mi candido per disegnare insieme nuovi orizzonti per una città che si deve affermare nella guida delle tecnologie digitali al fine di garantire più opportunità a tutti, assicurando che il progresso tecnologico porti beneficio all’intera comunità.

Per questo ritengo che Reggio Emilia si debba impegnare a garantire:

  • Partecipazione attiva e qualificata delle imprese e dei professionisti locali nel percorso verso un ecosistema digitale innovativo
  • ⁠Rafforzamento iniziative di apprendimento e partecipazione per un utilizzo consapevole e sicuro del digitale
  • Commercio più etico e interconnesso con soluzioni di vendita innovative e sostenibili che generino valore aggiunto per il commercio locale, soprattutto in centro storico
  • Assemblea permanente di innovazione digitale cross-funzionale che favorisca l’adozione di nuove tecnologie in modo agile e misurabile

Se desideri approfondire uno di questi temi o se vuoi contribuire scrivimi via email o su WhatsApp (e, se ti va, incontriamoci di persona!).

Mi habno chiesto “chei te lo fa fare di fare il presidente del catomes?”, “dovere civico” ho risposto. Intervenire e restituire a Reggio Emilia uno spazio così importante la città è stato uno sforzo e un successo straordinario.
Recentemente mi hanno chiesto, “Chi te lo fa fare di fare il presidente del Catomes?” Su due piedi, ho risposto, “Dovere civico.” Restituire a Reggio Emilia uno spazio così importante per la città è stato uno sforzo e un successo straordinario. (Photo Credit: Sara Reverberi)

Iniziative

In questa campagna sono stato poco presente, ma perchè? Perchè come detto sopra non sono alla ricerca di un posto in consiglio comunale, bensì all’inizio di un percorso che mi dia l’opportunità di portare all’attenzione dell’Amministrazione Comunale il tema urgente dell’innovazione responsabile e consapevole.

A tal proposito, avevo tante idee su quali iniziative organizzare, coinvolgendo alcuni specialisti (alcuni dei quali avevano già dato disponibilità, e che qui colgo l’occasione per ringraziare) che ci avrebbero aiutato a ragionare sull’importanza di attivarci sul tema di loro competenza. Ma le cose vanno fatte bene, con la serietà e la professionalità che mi vengono riconosciute, e gli attuali impegni familiari e lavorativi, aggiunti a quelli di un Catomes Tot in piena ripartenza, non mi avrebbero permesso di affrontare la questione nel modo in cui avrei voluto in così breve tempo

Proverò tuttavia a raccontarti qualcosa qui, con degli spunti di riflessione:

#1 Da customer experience a citizen experience

Da sempre costruisco prodotti digitali che rendano la vita degli utenti più facile e che permettano alle aziende di essere più efficienti. Dall’importanza dei dati alla necessità di parlare con il cliente (o, in questo caso, il cittadino), credo che le dinamiche native del digitale possano essere di grande beneficio se mutuate nel disegno ed evoluzione delle interfacce con il cliente, che si tratti di un sito web o di uno sportello fisico. Di progetti interessanti in giro per il mondo ce ne sono tanti, e avrei voluto immaginarli calati nella nostra città.ù

#2 Il commercio elettronico a sostegno del centro storico

Quali benefici offrirebbe un e-commerce di vicinato con un programma di loyalty condiviso, punti di ritiro/drop-off nei centri sociali e un sistema di delivery sostenibile e inclusivo? Avrei voluto facilitare un incontro tra esperti di digitale, esercenti e architetti di quartiere per capire se e come un progetto di digital commerce integrato potrebbe aiutare i piccoli negozi a competere con le grandi catene e i giganti dell’e-commerce.

#3 All’intelligenza artificiale preferisco l’intelligenza collettiva

Tre amici hanno pensato e lanciato Vicinoesicuro in un paio di giorni: cosa genererebbe l’intelligenza collettiva messa a disposizione dell’innovazione digitale in città? Avrei voluto organizzare un’iniziativa di co-design per ripensare il portale eventi del Comune, una vetrina che genera moltissimo traffico ma che risulta poco usabile e non degna dell’offerta culturale cittadina, per dimostrare come un approccio partecipativo può essere un esempio concreto di come la collaborazione comunitaria possa migliorare i servizi digitali urbani, rendendoli più utili e coinvolgenti per tutti i cittadini.

#4 Sollecitare un approccio olistico nell’adozione dell’intelligenza artificiale

L’innovazione implica un approccio olistico che tiene conto non solo degli aspetti tecnici e commerciali, ma anche delle implicazioni etiche, sociali e ambientali dell’adozione di questa tecnologia, a partire dal benessere dei lavoratori che devono affrontare l’incertezza e sviluppare la resistenza emotiva necessaria per adattarsi rapidamente ai cambiamenti. Per questo avrei voluto organizzare un incontro nel quale discutere del ruolo dell’Amministrazione Comunale in tutto ciò.

#5 Boomer o non boomer, l’innovazione consapevole è per tutti

Poco importa a quale categoria sociale riteniate di appartenere: il mondo in cui viviamo sta cambiando velocemente per tutti, nessuno può sentirsi escluso da un cambiamento costante. Serve costruire una città più inclusiva e tecnologica attraverso attività divulgative e formative da parte dell’Amministrazione, affinché tutti siano consapevoli delle opportunità e delle minacce delle nuove tecnologie. In città ci sono tante realtà che lo stanno facendo bene, e avrei voluto confrontarmi con loro per capire come elevare l’offerta corrente in una proposta sinergica e diffusa.

#6 La formazione digitale per il reinserimento sociale e la modernizzazione del terzo settore

La formazione digitale professionale può diventare un forte elemento competitivo per le persone che cercano un reinserimento sociale. Avrei voluto ragionare su come l’inserimento in questo percorso di aziende del terzo settore permetterebbe non solo di favorire l’inclusione sociale e professionale di individui in cerca di opportunità, ma arricchirà anche il terzo settore con nuove competenze e approcci, rendendolo più efficiente e connesso con le esigenze del presente.

#7 La terza missione per le aziende, per la città

Sono convinto che in città ci siano imprese e professionisti disponibili a stimolare e supportare l’Amministrazione nella definizione di una roadmap di transizione digitale, anche fuori da logiche di mercato. Avrei voluto iniziare questo percorso organizzando un primo confronto tra esperti per capire quali fossero i temi importanti che mi stavano sfuggendo.

“Avrei voluto” questo, “avrei voluto” quello. Vorrei impegnarmi su questi temi a prescindere dalle preferenze (perchè sono un curioso! 😊)

Esprimere una preferenza nei miei confronti non solo mi darebbe quella dose di entusiasmo in più che male non fa, ma darebbe maggiori opportunità al partito per il quale sono candidato di avere un posto in giunta e, quindi, dare maggiore peso al mio lavoro.

💚 Seguimi

Se credi in queste proposte e vuoi sostenere la mia candidatura, vota la lista Europa Verde e Possibile a sostegno di Massari e scrivi “Sghedoni”. Nel frattempo, puoi condividere questa pagina con chiunque ritenga possa desiderare una Reggio Emilia si affermi nella guida delle tecnologie digitali.

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