Di quando nel mio primo blog di musica intervistavo gli Offlaga Disco Pax

Il mio primo blog lo devo a Splinder, una delle piattaforme di blogging più in voga nei primi anni duemila, nonchè tra le prime al mondo. Ricordo ancora l’url, i-music.splinder.com, informazione che basta per scoprire se archive.org ne ha mantenuto qualche traccia.

Lo snapshot più vecchio risale a dicembre 2005 e, nonostante siano andati persi i contenuti multimediali (in particolare la grafica del blog), mi ha permesso di ricordare tra le altre cose che si trattava di un blog collaborativo (tra gli autori più attivi c’era Alessandro) e che ben 17 lettori abituali facevano parte anche di un gruppo su Last.fm (quanti ricordi, eh?). i-music diventerà successivamente blogmusica.it, ma questa è un’altra storia.

Non ho mai prodotto contenuti memorabili, ma tra i ricordi più divertenti che ho di quei tempi c’è questa intervista fatta gli Offlaga Disco Pax pochi mesi dopo l’uscita del loro primo disco, motivo per cui nel riesumare il mio blog ho pensato di ripubblicare.

25 Agosto 2005, Festa dell’Unità di Reggio Emilia

Termina il soundcheck pomeridiano: raggiungo Max (che si autodefinisce “voce, testi, ideologia a bassa intensità” della band). Il tempo di una rapida presentazione e uno scambio di opinioni sul mio recente viaggio in Slovacchia e ci raggiungono sia Enrico (“basso, moog prodigy, casiotone, premeditazioni grafiche, pensiero debole”) che Daniele (“chitarre, basso, mutuo quinquennale”).

Pochi minuti e, dopo la smentita definitiva di Max della leggenda che dice siano originari di Cavriago (“siamo di Reggio! Basta con questa cosa che siamo di Cavriago!! Sottolinealo!”), cerchiamo un posto idoneo alla chiacchierata che ci aspetta. Al “Re di Denari”, uno degli stand della Festa, stanno cominciando a scaldare le salsicce: siamo tutti d’accordo, è il posto giusto.

Il vostro manager vi chiama “Robespierre da lunedì prossimo in alta rotazione su Mtv”. Risposta? 

[Daniele] Facciamolo ruotare velocemente!
[Max] Dubito fortemente che entrerà in rotazione considerato il contenuto, la forma e tutto il resto, però il video lo abbiamo fatto.
[Enrico] Se ci dicesse una cosa del genere, credo che la cosa più importante sarebbe rimanere coi piedi per terra e con le idee chiare…

D’altronde, voi potete farci ben poco se il video finisce su Mtv

[Enrico] Ah beh, certamente non possiamo chiamare Mtv dicendo di passare un po’ meno il pezzo perché ci imbarazza!
[Max] Queste sono comunque speculazioni intellettuali. Non siamo certo un progetto che può essere malleato in maniera da renderlo più vendibile; cosa fai? Mi fai cantare? Io non so cantare! Vista la sua natura, questo è un progetto che non si presta a manipolazioni.
[Enrico] Diventeremo la versione commerciale dei Massimo Volume!
[Max] Ad ogni modo, se il video finisse in heavy rotation su Mtv, io mi stupirei tantissimo!
[Daniele] A me farebbe anche un po’ piacere, insomma, alla fine sarebbe divertente… però un po’ di stupore lo creerebbe visto come va il mercato musicale e la musica in Italia.

Già, il mercato musicale sta affrontando un periodo molto difficile. A questo proposito, che ne pensate del caso Napster e di tutto ciò che ne è seguito? A voi forse la cosa ha giovato

[Enrico] Qua ognuno dei tre ha una visione diversa. Max è l’unico ad avere una linea veloce, ma non ha neanche un programma di download. Io un ho un modem 56k con Limewire e utilizzo il download più che altro per trovare cose che non sono sul mercato italiano per ascoltarle con calma da casa più e più volte ed eventualmente andarle poi a comprare.

Chissà che avventura scaricare album interi con il 56k!

[Daniele] Sì, sperando che non cadesse la connessione!
[Enrico] Per quanto riguarda la musica indipendente io sono contrario, assolutamente. Cioè, nel nostro caso va bene, ma magari ci sono dei gruppi indipendenti che vendevano 1000 copie e che ora ne vendono 500 perché gli altri 500 le scaricano. Visto l’andazzo della musica indipendente e visto che alcuni CD, come il nostro, li puoi comprare a non più di 12-13 euro, tutto ciò risulta un po’ dannoso.
[Daniele] …e ridicolo!
[Max] “ogni tant còmpra anc un desc!”
[Enrico] Nel nostro caso, siamo alla terza ristampa. Di copie ne abbiamo vendute tante e ci fa piacere pensare che siano molti di più quelli che ci ascoltano anche solo per passaparola.
[Max] Lo vediamo ai concerti che, per coloro che hanno scaricato il disco, la tentazione di comprarlo originale c’è. Forse, anche grazie al fatto che il disco è stato molto curato a partire dal progetto grafico, dal packaging.
[Daniele] Io scarico solo cose che non trovo. I CD che mi piacciono li compro a prescindere dal prezzo: se una cosa mi piace, non mi frega un cazzo di quanto devo spendere. A me piace rientrare a casa col disco nuovo, scartarlo e, mentre lo ascolto, leggere il libretto; non mi interessa scaricare 2000 dischi a settimana che poi ne ascolto bene solo 3.
[Max] A me hanno proposto di ascoltare in anteprima il disco nuovo dei Deus ma non me ne frega un cazzo! Lo vado a comprare quando esce!
[Daniele] A mio parere, inoltre, il download sminuisce l’importanza della musica che non è più essenziale per nessuno e diventa una cosa che, avendola gratis tutti allo stesso modo, prendi quel cavolo che ti pare e non dai importanza a nulla. Al contrario, se vai in un negozio e spendi soldi comprando un CD a cui tieni, risulta essere più importante. Con il download tutto è uguale: da Bob Marley ai LCD Soundsystem, da Castellina Pasi a Eros Ramazzotti. Per questo a me disturba molto il download illegale; ma non perché lavoro in un negozio di dischi, anche perché prendo lo stesso stipendio sia se vendo 10 che 1000 dischi a settimana! Si tratta di rispetto nei confronti di un lavoro fatto da altri che viene sminuito.

Stanno per iniziare le selezioni di Sanremo. Che brano portereste tra quelli di “Socialismo Tascabile”?

[Daniele] Il più lungo!
[Max] Tatranki! 7 minuti di palla con lancio finale di wafer!
[Daniele] No beh, visto che solitamente si presentano pezzi d’amore, “De Fonseca”.
[Max] Forse, però, sarebbe più dirompente “Robespierre”…
[Daniele] …o “Cinnamon” con lancio finale di chewin-gum alla platea dell’Ariston: non è male!

8 giugno 2004: è la data in cui avete postato il vostro primo messaggio sul blog. Sono pochissimi gli artisti che ne mantengono uno (e voi, per di più, gestite i contenuti di persona, se non sbaglio).

[Daniele] L’idea è stata mia. Si trattava semplicemente di un modo per tenere aggiornati sulle date mentre preparavamo il sito, il resto è venuto dopo.

L’utilizzo di un blog denota comunque una certa conoscenza in ambito telematico. È una tecnologia poco conosciuta oggi, figuriamoci un anno e mezzo fa…

[Max] Vero! Infatti quando Daniele mi ha detto “Apriamo un blog”, io gli ho risposto “Che cazzo è un blog?”.
[Daniele] Io ne avevo sentito parlare; lo aggiorniamo noi quando vogliamo in cinque minuti, ci mettiamo le date, due cazzate e fine!

Tra l’altro è più curato del sito

[Daniele] Sì, il sito è fermo. La gente non se ne accorge, ma lo sta curando Enrico a casa.
[Enrico] Sì, lo sto curando con tanto affetto e tanto amore, ma non ho ancora trovato qualcuno che lo “butti dentro”. Non abbiamo particolarmente fretta.
[Max] Riassumendo: Daniele ha avuto questa idea del blog, pian piano ci siamo accorti che i contatti crescevano e che era diventato una forma di comunicazione molto seguita dalla gente: siamo rimasti stupiti. In mancanza del sito, rappresenta un surrogato che sta facendo a dovere il suo lavoro; abbiamo un contatto diretto con la gente anche se spesso è un “bollettino di informazione” per quanto riguarda gli appuntamenti dal vivo.

Cambiando discorso, Last.fm è un sistema che permette all’utente di sapere cos’altro ascolta chi ascolta gli Offlaga Disco Pax. Digitando il vostro nome, si leggono, tra gli altri ascolti, Perturbazione, Moltheni, Paolo Benvegnù, Ulan Bator, Baustelle e tanti altri artisti della scena underground. Curiosamente, tra i nomi si leggono anche Paola & Chiara, Ambra. Tutto questo ha una spiegazione logica?

[RISATA GENERALE]
[Daniele] Beh, perché? Secondo me “T’appartengo” di Ambra è un must della musica pop!
[Max] …o trash?
[Daniele] No no, ci sta a bestia!
[Max] La realtà è che abbiamo una fan dodicenne!
[Daniele] Fortuna che non ci sono Albano e Romina e i Ricchi e Poveri!
[Max] Samantha Fox c’è? “Touch me, touch me, I wanna feel your body!”

A proposito di questa varietà, quale percentuale di persone che segue i vostri concerti o ha comprato il vostro disco credete che capisca appieno tutti i riferimenti storici presenti nell’album?

[Enrico & Daniele] Bella domanda!
[Max] La mia teoria è questa qua: ero convinto all’inizio del progetto che il nostro potenziale pubblico (premesso che credo non ci fossimo mai posti di avere un potenziale pubblico!)
[Daniele] Sì, noi stessi eravamo il nostro potenziale pubblico!
[Max] L’idea che quei testi, per l’età che ho io e per quello che scrivo, potessero avere un pubblico sotto i vent’anni mi sembrava curiosa. Non mi aspettavo che una quantità, non certo maggioritaria, di ragazzi così giovani potessero ascoltare e ritenere interessanti i nostri testi; sarà per il tipo di famiglia da cui provengono, il tipo di cultura… sì, può darsi che sia per quello. Difficile pensare che questi testi portino a qualche processo d’identificazione personale per un ragazzo di 20 anni che non ha un certo tipo di approccio storico.
[Enrico] Secondo me ci sono più livelli di confronto: quelli dell’età di Max hanno la capacità di comprendere appieno e d’immedesimarsi più facilmente. D’altro canto, non si può chiedere ad un ragazzo di 20 anni di capire completamente testi come “Tatranki” o “Cinnamon”…
[Max] …ma potrà certo comprendere altri testi, in fondo non sono tutti “iperpolitici”. Siccome però questa roba non è nata con un processo di marketing, ognuno può “prendere” da ogni canzone ciò che gli pare. Non abbiamo un approccio… uh, non dirò quella parola che dico sempre… insomma, non dobbiamo insegnare niente a nessuno.

Nei vostri testi non si parla mai della Chiesa. Di questi tempi associare la Chiesa ad un’azienda non è più così strano.

[Enrico] C’è chi associa un concerto degli Offlaga Disco Pax a una messa.
[Max] Questa è una bella risposta. C’è chi dice che abbiamo un approccio liturgico.
[Daniele] Posso dire una cattiveria? I seminari non sono altro che “fabbriche di preti”, c’è poco da dire.
[Daniele] Un’azienda lavora per i suoi dipendenti ed è con i suoi dipendenti che crea una sorta di insieme e di lavoro. La Chiesa, purtroppo, permettimi la parolaccia, ma rompe il cazzo a tutti.
[Max] Io non mi sento anti-clericale.
[Daniele] Io sì, tantissimo!
[Max] Porto rispetto massimo per la fede altrui…
[Daniele] …no no, aspetta! Non si parla di fede. Si parla di Chiesa. La Chiesa è un’associazione a delinquere, la fede è un’altra cosa. Puoi scriverlo! Se poi vengo scomunicato? Bello, bello!
[Max] In generale, ho un’opinione non bella della Chiesa come istituzione.
[Daniele] È un’istituzione sbagliatissima, si comporta male nei confronti della gente!
[Max] Però sono andato a votare al referendum!

A proposito della leggenda metropolitana che voi siete originari di Cavriago, potremmo smentirne un’altra. Il protagonista di “Tono metallico standard” si dice essere il cantante dei Julie’s Haircut. Siete in debito o in credito con loro?

[Max e Daniele] Siamo clienti!
[Daniele] Io ho tutti i loro CD e anche i 45 giri: conta qualcosa?
[Max] Né in debito né in credito. Non abbiamo problemi con i Julie’s Haircut e siamo molto amici di Luca.

Gli Offlaga Disco Pax se non fosse mai esistito Robert Moog.

[Enrico] Opplà! Ci sarebbe un Yamaha S10 della fine degli anni ‘80. O forse, io sarei chitarrista. Adoro il moog da parecchio prima che nascessero gli Offlaga Disco Pax; ho avuto la fortuna di averlo in prestito per un anno e mezzo. Non dico che il progetto sia nato solo per sfogare questa mia passione, ma sicuramente c’era l’intenzione di utilizzare questo strumento, di cui al momento ne utilizzo solo il 20% del potenziale. La cosa più affascinante del moog è che pur essendo una macchina elettronica produce un suono che è caldissimo, quasi umano. Si sente molto la differenza tra uno strumento costruito da un uomo e tutto quello che può essere digitale (programmatori, ecc.): c’è un gap altissimo.

In chiusura, suonereste nudi?

[Daniele] Io lo farei anche, ma non so se agli altri conviene!
[Max] No!!! Anche se ho due tette della madonna!

Il concerto inizierà di lì a poche ore, subito dopo l’esibizione dei torinesi Perturbazione e Disco Drive. Il concerto si apre con “Kappler”, canzone che racconta di un periodo in cui non si andava a scuola quasi mai; seguono “Enver”, “Cinnamon”, “Tatranki”, “De Fonseca”, “Robespierre”, “Tono Metallico Standard” e, a chiudere i 45 minuti di show, “Khmer Rossa”.

Nonostante i brani della band non siano altro che storie o racconti musicati di cui, un loro ascoltatore, conosce già a memoria il finale, l’intensità e il coinvolgimento emotivo che Max riesce a esprimere con il solo ausilio delle espressioni facciali ti bloccano lì, sotto il palco, impietrito a riascoltare storie sentite già più e più volte. Il resto lo fanno Daniele ed Enrico che con i loro riff e beat saprebbero smuovere anche le prime file di una Chiesa la domenica mattina. Ma, fortunatamente, è mercoledì sera e davanti abbiamo un trio che non ha passato gli ultimi anni della propria vita in una “fabbrica di preti”, bensì in uno studio a sperimentare, a creare qualcosa di nuovo.