Nel mio primo post sul blog di Digital Update vi ho parlato di quanto fosse strategica la figura emergente del Marketing Technologist; ma quali sono gli ingredienti fondamentali per approcciare al meglio un progetto di marketing automation? Ho provato ad individuarne quattro.
La tecnologia
Secondo questa infografica di ChiefMartec.com nel 2001 c’erano circa 150 tool di marketing, nel 2016 erano poco meno di 4000: se avete già trovato quello definitivo siete decisamente più bravi (o fortunati) della maggior parte dei vostri competitor.
La software selection è una componente fondamentale del lavoro di un marketing technologist. Siete in grado di commisurare il costo di una tecnologia rispetto all’impatto che avrà sul vostro business? Siete certi che l’una o l’altra tecnologia sia in grado di integrarsi adeguatamente al vostro sito web o al vostro CRM? Attivare una free trial è ben diverso dall’integrare un tool nel vostro stack tecnologico, ma il cloud, le API, le community e i piani a sottoscrizione mensile hanno radicalmente cambiato lo scenario e il potenziale è enorme.
I dati
Non è sempre vero che avendo una maggiore quantità di dati sia possibile risolvere una maggiore quantità di problemi. Piuttosto, la realtà è che a distanza di quasi tre anni da questa ricerca di Econsultancy una delle sfide più complesse per i marketer è ancora quella di tradurre i dati in decisioni e azioni concrete.
Obiettivi misurabili e KPI essenziali di riferimento (non troppi!), ma soprattutto non dimenticate che, qualsiasi sia la dimensione del contesto in cui vi troverete ad operare:
- un progetto di digital marketing non può prescindere da un account Google Analytics;
- ci sono decine di strumenti che vi permettono di aggregare (TapAnalytics, Cyfe, Supermetrics) e visualizzare (Google Data Studio, PowerBI) dati dalle sorgenti più diverse;
- tuttavia, il vostro migliore amico rimarrà Excel.
La personalizzazione
Nell’era dell’Always-On riuscire ad automatizzare il presidio di ogni punto della consumer journey è essenziale, così come lo è la personalizzazione del messaggio in relazione a un determinato contesto, per garantire un’esperienza utente ottimale e aumentare la possibilità che questo converta.
Ma dinanzi a un approccio analitico fate sì che questo non condizioni la vostra creatività, perché in tutto questo esiste una imprescindibile componente emotiva. A questo proposito, iniziate a familiarizzare con gli A/B test.
L’approccio mentale
Un progetto di marketing automation è un processo di miglioramento continuo.
Pianificazione, esecuzione, misurazione, miglioramento. Garantire dati affidabili, ottimizzare i messaggi, affinare l’integrazione tra tecnologie: scordatevi di “accendere” un progetto di marketing automation è svegliarvi il giorno dopo con la fila di clienti davanti alla porta (lo so, è una sciocchezza ma sempre bene ribadirlo). La stessa Alessandra, alle prese con le automazioni di MailChimp, ha scritto qualcosa in merito pochi giorni fa, sottolineando che pur trattandosi di automatismi vanno controllati e “registrati” con regolarità.
Operiamo in un mondo dove tutto cambia alla velocità della luce, siate curiosi e non abbiate paura di sbagliare sperimentare.
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Questo post è stato pubblicato in preparazione al corso di Marketing Automation tenuto il 28 febbraio 2019 per Digital Update.